Belle labbra lontane

Ciao belle labbra lontane
mi vieni a trovare?
Che ne dici di venirmi a salvare?

Belle labbra
occhi difficili da sapere
quanta strada ho ancora da fare?

Belle labbra lontane ricordi
quella volta
la prima che abbiamo fatto all’amore?

Ti ho detto che avevo una vecchia edizione del vecchio Prévert
Mi hai detto, la voglio vedere, accompagnami pure.
Poi dopo l’amore
hai sorriso e mi hai sussurrato
se lo sa mio padre ti spacca le ossa
sì, probabilmente anche alcune che non so manco di avere.

Ciao belle labbra lontane
il vecchio Pier Paolo
sarebbe stato fiero di noi
vederci baciare
sotto il sole della grande città capitale
sotto quel sole di periferia
tu
e quel vestitino leggero
che quasi il vento
se lo portava via
io
che non mi facevo capace
di quant’eri bella da fare paura.

Ciao belle labbra lontane
mi vieni a trovare?


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Una risposta a “Belle labbra lontane”

  1. Avatar Il bello (come mi chiama la sua amica)
    Il bello (come mi chiama la sua amica)

    Quanto cazzo mi piace, Guido.
    L’ho invitata in un bel giardino in città: una panchina, un pergolato e una fontana (che non era quella di Palazzeschi).
    Mi sono sdraiato sulla panchina, con la testa appoggiata alle sue gambe, e le ho letto le tue poesie. Io le accarezzavo l’interno dell’avambraccio e lei mi accarezzava capelli.
    Alla fine di ogni poesia ci guardavamo negli occhi per un tempo indefinito, ci sorridevamo e moriva un nazista. Tutto il resto spariva.
    Ho iniziato a leggere Belle labbra lontane, lei era davanti a me, con indosso il mio golf e io, io la desideravo talmente tanto che non mi uscivano le parole.
    Le sue belle labbra erano vicine e mi è venuta a trovare: una strage di nazisti.
    Nel contratto con l’editore dovresti chiedere anche i diritti sui baci, Guido.
    Grazie, te ne devo un centinaio.

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