cento volte cento

cento volte cento
bussai alla tua porta
e cento volte cento
tu l’apristi

ma ogni volta io rimasi lì
come l’allocco
senza saper che dir che far o chi baciar

e tu pensandomi un venditore ambulante
o un testimone di Geova
o un postino senza lettera
o un idraulico impazzito
o chissà chissà checcosa
cento volte cento
chiudesti in viso a me la porta in viso

e adesso son qui seduto
sulle scale
e viene notte
e son stufo di bussare
che le mie nocche si son consunte
e l’amore
è così triste
se non ti riesce


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6 risposte a “cento volte cento”

  1. Avatar susanita
    susanita

    invitato ad andarmene, con piede titubante
    tornavo, ahimè, a quella soglia nemica,
    a quella porta sbarrata, a spezzarmi reni e fianchi.

    Orazio [Epodi]

  2. Avatar catalanoguido
    catalanoguido

    eh il vecchio orazio
    ne ha viste di robe
    tutto il mondo è paese
    nello spazio e nel tempo
    nella poesia e nel teatro-danza

  3. Avatar tafana
    tafana

    Già. Nella difficile arte di farsi del male gli innamorati sono sempre sul podio. Dalle attese dell’uomo di neanderthal davanti alla caverna con congelamento del pelo, alle nocche scorticate di Guido (campanelli niente?)passando attraverso le reni spezzate (ma bussava con il sedere?) di Orazio. In futuro chissapè.
    Farsi furbi mai, lo so per esperienza.
    Perchè

    … l’amore
    è così triste
    se non ti riesce.

    Guido, sei grande.

  4. Avatar susanita
    susanita

    c’è chi sostiene, e il mio professore appoggiava questa tesi, che orazio si spaccasse reni e fianchi a suon di seghe davanti alla porta chiusa. oppure qualcun’altro, più semplicemente, interpreta che orazio dormisse fuori, sulla pietra davanti l’uscio.

  5. Avatar tafana
    tafana

    Non conoscevo queste dotte pittoresche interpretazioni. Propendo per la seconda, più poetica. E lei (o lui) dentro casa sapeva che Orazio dormiva là fuori davanti alla porta ed era tormentata/o dai sensi di colpa…

  6. Avatar maurogasparini

    Guido,
    non basta dirti cento volte bravo!
    perché a te, a te, a te ti si è icastonata una gemma nell’anima che scompone tutto lo spettro dei sentimenti, e uno come me se ne va via di qui orbo, orbo e illuminato.

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