Una mattina di settembre

E come cazzo è ‘sta storia che
di colpo
mi sveglio e
mi ritrovo
con quarantaquattr’ anni e mezzo
sul groppone
in fila per tre
col resto di due
e la barba imbianca
e la vista cala
la panza levita
il sale diventa
fattore di rischio
che fino a ieri ne avevo venti
e fino all’altro ieri ero un bambino
giocavo a soldatini
guardavo sotto le gonne
delle mie compagne
di prima elementare
avevo tutta la vita davanti
volevo fare il mago
l’inventore
l’astronauta
volevo fare Zorro
e mia cugina aveva gli occhi azzurri
e io me la volevo sposare
ma non aveva i capelli biondi
e questo era un bel problema
non sapevo nulla dell’amore
non sapevo le mazzate
il dolore
non sapevo le regole del gioco.
E poi di colpo
una mattina di settembre
ti ritrovi
con qurantaquatt’anni e mezzo
sul groppone
e i postumi
di una sbronza da coglione
e la lucida certezza
che vendere o no
passa
e di brutto
fra i miei rischi.
Poi tanto l’Einaudi
aspetta che muoio
per mettermi
nella Bianca.


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Commenti

2 risposte a “Una mattina di settembre”

  1. Avatar dio

    se ti mettono nella bianca faccio una strage

  2. Avatar Milo Temesvar

    44 e mezzo ė una strana età, ma poi passa, lo so perché li ho avuti anch’io a suo tempo

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