la mamma del poeta

avere un figliolo
tra l’altro unico
che vuole fare il poeta professionista
è una roba che una madre
non glielo augurerebbe neanche al suo peggior nemico

la pensione è uno dei chiodi fissi che ha mia mamma
“mamma, la pensione, noi poeti, è una roba che esula, mamma” le dico “mamma, noi poeti ci fanno senatori a vita, noi poeti ci fanno le statue, ci fanno le piazze, mamma noi poeti la pensione è una roba che mica ci possiamo pensare che sennò ci scappa via l’ispirazione”

a quel punto li, normalmente mia mamma cerca di percuotermi con un mestolo di ghisa
ma quasi mai mi prende

poi si siede e guardando nel vuoto dice: “carmina non dant panem”
che in italiano corrente significa più o meno “ si, ma con la poesia col cazzo che ti paghi luce, gas, telefono, assicurazione auto, dentista, idraulico, rata del mutuo e/o affitto”

fare il poeta al giorno d’oggi
è un lavoro duro

fare la mamma del poeta, anche
ve lo assicuro


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Commenti

10 risposte a “la mamma del poeta”

  1. Avatar Mamma Stefania
    Mamma Stefania

    Sono una mamma. Il mio sogno era di avere un figlio poeta. Invece ne ho avuti tre: uno fa l’ingegnere, il secondo fa il commercialista e la terza fa un mestiere che non si può dire. Però guadagnano bene. Ma io, se avessi un figliolo poeta, lo coccolerei molto e la sera gli preparerei il caffè forte perchè possa stare sveglio a scrivere e al mattino farei i lavori piano perchè possa dormire…
    Mamma Stefania

  2. Avatar catalanoguido
    catalanoguido

    cara mamma stefania, io prediligo di scrivere la mattina, dunque se fossi tuo figlio niente caffè forte la sera senò sai il nervoso.
    comunque và che sei fortunata avere un figlio ingegnere e un figlio commercialista in questo periodo di recessione economica bastarda.
    per il lavoro che non si può dire, non oso immaginare. spero sia un lavoro bello.
    comunque guarda che anche i commercialisti scrivono poesie. gli ingegneri non so, ma commercialisti sì.

  3. […] la mamma del poeta avere un figliolo tra l’altro unico che vuole fare il poeta professionista è una roba che una madre non glielo augurerebbe neanche al suo peggior nemico […]

  4. Avatar pispa
    pispa

    santa donna,
    anche la mamma è una poetessa
    col suo mestolo di ghisa in mano
    scrive frasi d’amore di una solidità atavica
    che ormai si va perdendo.
    le faranno una statua,
    col mestolo
    o le dedicheranno una piazza.

  5. Avatar catalanoguido
    catalanoguido

    sì, una statua alla madre del poeta. prima o poi va fatta.

  6. Avatar e.
    e.

    però, poeta, tu continua a fare il poeta, perchè un poeta in più fa un gran comodo a noi del popolo, che con la poesia respiriamo e continuiamo a vivere ;o)
    remo mi ha mandata qui, aveva ragione.
    elisabetta

  7. Avatar gio

    io sono di me stessa la madre e la figlia. Tutte e due scriviamo poesie. Tutte e due siamo infelici e contente.

  8. Avatar catalanoguido
    catalanoguido

    sì continuo di certo
    e remo è uomo di gusto e saggezza

  9. Avatar cf05103025

    Ai poeti bisogna farci
    statue di cartapesta
    di giorni di lavoro e di festa,
    una o anche tre o quattro
    per piazza
    belle colorate,
    che tengano un rubinetto de sutta,
    che se la vita è brutta
    uno ci spilla buon vino
    se ne beve un bicchierino
    anche due e tre
    e poi se sente un re

    MarioB.

  10. Avatar maria963

    Io da grande partirò soldato
    con la giacca nuova e col fucile,
    con la giacca che tu m’hai cucito… Visualizza altro
    servirò la patria, a costo di morire.
    Mamma, oppure no, farò il pompiere
    che si getta impavido nel fuoco,
    salverò la vita del mio amore,
    brucerà il mio cuore di ben altro fuoco.
    Mamma dammi centomila lire
    che domani parto, vado a fà il pompiere
    mamma dammi centomila lire
    che domani voglio fare il bersagliere.
    Ecco qua le centomila lire
    per l’eroico piccolo pompiere,
    ecco qua le centomila lire
    per le piume al vento
    del mio bersagliere,
    ecco qua le centomila lire
    te le darò quando ti vedrò partire.
    Mamma, sento che sarò poeta,
    già mi vedo scrivere “Alla luna”,
    “L’infinito”, “A Silvia”, la vicina
    che è la nipotina della sora Bruna,
    o mi faccio frate confessore,
    pè sentì i peccati della gente,
    soprattutto quelle delle suore
    che se fanno fare, ma non se sà niente.
    Mamma dammi centomila lire
    che mi fo poeta pè ccantà l’amore,
    mamma dammi centomila lire
    che sarò domani frate confessore.
    Figlio figlio che tu sia poeta,
    o soldato o frate confessore,
    o il pompiere che non teme niente,
    se ne accorgeranno tutta quella gente:
    dormi adesso ninno, nella sera
    tu sarai l’orgoglio d’ogni tuo parente.
    Mi dicevo quando sarò grande
    sceglierò tra vivere e capire,
    se dovrò cambiare le mutande
    se dovrò restare, se dovrò partire:
    mamma sono diventato uomo,
    e mi hai dato centomila lire,
    ma non sò né frate, né pompiere
    nianca sò poeta, nianca bersagliere.
    Sai dov’è finito il tuo bambino?
    solo sopra il tetto a sonà il violino,
    a sonà il violino sopra il tetto
    con un muro bianco proprio dirimpetto.
    Figlio, figlio, se nessuno ascolta,
    la tua mamma ti farà una torta,
    sono sona figlio tutta notte,
    non ti disperare, tanto che ce fotte?
    Mamma, mamma, forse il mio destino
    era lì sul tetto a sonà il violino,
    che mme frega se nessuno sente,
    tanto non lo suono mica per la gente.
    Sona, sona, figlio, figlio bello
    mamma tua ti porta il limoncello,
    e ti porta pane e pecorino
    se ti viene fame prima del mattino.
    Mamma, mamma, questo è il mio destino
    stare sopra il tetto a sonà il violino,
    dillo a babbo, dillo alle sorelle
    se nessuno sente, sòno per le stelle;
    dillo a babbo, dillo alle sorelle
    sòno per me solo, sòno per le stelle.

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