ci parliamo
ti sembra interessante ciò che dico
da come mi guardi così sembra
anche tu mi parli
hai una bella fronte
e dici cose giuste
già sto pensando che ti bacio
bello sarebbe di baciarti
e prima o poi ti bacio
intorno a noi, altri
si beve, si fuma, si scherza
si sta bene
poi,
tensione sul tuo viso
che succede?
i tuoi occhi guizzano
“è il mio?”
(è il mio cosa?)
vedo altri destarsi
c’è tensione
“è il mio?”
(è il mio cosa per dio?)
ti guardi intorno
cerchi
spaventata
no, non è spavento
eccitazione, desiderio
(cosa cerchi?)
poi capisco
vedo qualcuno frugare in una giacca
tu ti avventi verso una borsetta
non è il tuo
è il suo
il tuo non suona
è il suo
sei delusa, adesso…
cosa posso dire?
cosa posso dire
in vostra difesa?
siete tutti qui in questa stanza
ma vorreste essere altrove
con qualcun altro
i vostri cervelli incatenati da catene
di onde radio
ad altri cervelli
più soli di me
sicuramente
un po’
più
disperati
è l’illusione dell’utopia realizzata maestro,
perché laifisnau, ma non dicono dove.
il mio suona così di rado che quando lo fa io non lo riconosco e penso sempre che sia quello di un altro, i pochi che azzardano la chiamata mi rimbrottano di non rispondere appositamente, che dire in mia difesa?
si ride poco e si ride amaro, per tacere di improbabili suonerie che rivestono silenzi.
anche il mio non squilla mai
spesso lo dimentico a casa o lo tengo spento, tanto non squilla
qualche volta non è che mi farebbe proprio schifo se squillasse
Ma va’ là che ti ho visto coi miei occhi alla presentazione di Portosepolto che smanettavi col cellulare come un fobico! 🙂
sì, ma io facevo i videogiochi!
però le suonerie son rivelatrici. ho scritto sul blog di una tizia che aveva “daje de tacco daje de punta quant’è bona la sora assunta” (cantata) e per questo fatto a distanza di un anno ancora ricevo visite.