Mille poesie d’amore ed una di tristezza

Amava
quel gioco dei dolcetti colorati
quello che i dolcetti
cadono giù dal cielo.
Mi chiedeva
posso fare una partita?
fingevo di guardarla con aria di rimprovero
poi le dicevo sì
e spaccagli il culo.

Spesso appena sveglia
aveva l’umore
di un vampiro nel deserto a mezzogiorno.
Farla sorridere
stava a me.
Ci riuscivo
tre volte su tre.

Ho iniziato a dimenticare
l’odore della sua pelle.

Mi piaceva farle piccoli regali
un libro
uovi di cioccolata con dentro la sorpresa da femmine.
Pensavo che per i regali grandi
ci sarebbe stato tempo.

Per quel babbeo che non è in grado di capirlo
“uovi”
è una cazzo di licenza poetica.

Strano
mi sembra di non sapere più
il colore dei suoi occhi.

Facevamo enormi colazioni
all’amore come non ci fosse un domani
qualche pettegolezzo come si deve.

Le scrissi mille poesie d’amore
ed una di tristezza.

Pare voi siate nati
per buttare nel cesso la bellezza.

Mi piace credere
d’averle dato i baci migliori della sua vita
non mi costa nulla farlo
e comunque
secondo me
sì.


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