eravamo io, Noam Chomski e Gilles Deleuze
si era almeno alla quarta bottiglia
che poi non erano bottiglie
era sfuso e sapeva di uovo
marcio
ma noi si dava giù duro
eravamo marci
Carmelo Bene stava svenuto sotto il tavolo da due ore almeno
ogni tanto gli tiravamo dei calcetti
lui grugniva e bestemmiava in quella sua specie di coma etilico
finto
recitava anche da svenuto, il porco
non parlavamo
si beveva e basta
io scavavo un buchetto nel tavolaccio marcio di legno molle
con l’unghia
non mi tagliavo l’unghia dell’indice della mano destra da sei mesi
mi era utilissima per scavare piccoli buchi nel legno
e per pulirmi i denti alla bisogna
quando mi rimaneva in mezzo roba
era tutto unto
l’aria era unta
il vino era unto
i capelli di Chomski, a strizzarli, ne usciva un mezzo litro d’olio
sudavamo unto
la cameriera doveva stare attenta a non scivolare sul pavimento
camminava strisciando i piedi
pattinava praticamente sull’unto del pavimento
io per capire, la Noia
potrei dire che si tagliava con il coltello, la Noia
ma non lo dirò
Dio mi fulmini se lo dirò
dirò invece la Noia
dirò invece la Noia dirò
era lì con noi
era seduta con noi
era seduta con noi con le braccia nude
ci guardava a turno
con quel suo stronzo sorriso
apparte Bene
che Carmelo ormai la Noia
l’aveva superata da un pezzo
Carmelo la Noia le leccava i ginocchi dal di sotto
a quel punto lì
fu lì
che mi venne
m’alzai di botto
così di botto che la mia pancia preponderante s’incastrò sul bordo del tavolaccio
facendolo balzar in sù
e ricader di giù
con tutto che i bicchieri erano ben appiccicati al tavolo
grazie all’unto di sporcizia di cui sopra
m’alzai di botto
e dissi:
carogna contro scimmia, vince carogna
cazzo, disse Noam
giusto, disse Gilles
la Noia non parlò, sorrise
Carmelo, dal canto suo, ruttò
mi divincolai dalla sedia
voi continuate pure, signori, io, al momento, è il momento d’andarmene affanculo, dissi
uscii dalla porta preposta all’uscita
non prima però d’aver comandato due litri per i signori
mi ritrovai ini strada
c’era l’aria, c’era il sole, c’era il cielo
c’era la luce
m’accesi una sigaretta dal lato sbagliato
la gettai
era l’ultima
cercai di ricordare la strada giusta per tornare
a casa
cercai di ricordare se avevo
una casa
cercai di ricordare
se c’era qualcuno ad aspettarmi
a casa
sentii un gran fracasso dietro di me
era Carmelo, barcollante, sbattente
rideva ed indicava
t’hanno fregato la bicicletta!
qualcuno aveva divelto il palo donde avevo attaccato il mezzo
Carmelo rideva, ed indicava il palo a terra
ridi, Carmelo, ridi
rise
risi
e ridemmo
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