la notte in cui domai un branco di calciatori veneziani ubriachi

che nell’esperienze possibili di uno che va in giro a
leggere le sue poesie in giro
nella scala di esperienze possibili
beh, penso sia tra le peggiori possibili
trovarti in un locale
a leggere le tue poesie
davanti a un branco di calciatori veneziani ubriachi
di peggio mi viene in mente solo:
sotto un bombardamento a tappeto
o nel braccio della morte mezz’ora prima di essere fritto sulla sedia

e questo
dio caro
è questo
che fa la differenza

a onor del vero non ero solo
ero con un tipo biondo che suonava il piano
e che tentava
di contrastare la masnada di alcolizzati
bevendo più e più velocemente di loro
riuscendoci
tra l’altro

che poi dopo
il biondo
l’ho perso tra le calli
aveva il cellulare spento
e mi son passato il resto della notte
prima a cercarlo
poi a pensare a come raccontare a sua madre
del ritrovamento del cadavere del figliolo
galleggiante in un canale
gonfio di vino, acqua e topi
ma questa è un altra storia

del perché poi
io mi sia trovato in quella situazione non ho ricordi
e se vogliamo onorare il vero
me n’ero
completamente dimenticato
me l’ha rammentato un amico che c’era
me l’ha rammentato l’altra sera

l’altra sera, invece
ero a un festival rock
ho letto poesie alle due di notte
davanti a diverse centinaia di persone
in un prato sotto una collina

li ho dovuti domare
anche perché prima di me
c’era un tipo che ha letto prima di me
e li ha fatti imbizzarrire

il problema grosso è che sembra facile
mettersi lì a leggere la tua roba
davanti a un pubblico
sembra facile
non devi neanche tenere a memoria
non devi neanche recitare
basta saper leggere
e non dico davanti a drappelli di veneti ubriachi
e non dico a un festival rock
che lì non sembra facile
lì sembra difficile
ma c’è gente che si lancia volontariamente senza paracadute da mille metri d’altezza
in bocca ai lupi che lo aspettano di sotto
con l’acquolina in bocca
non so cos’è
forse incoscienza
forse sono drogati da qualcosa o qualcuno

io dico in generale
io dico
ho visto
uomini e donne
uccidere le parole
uccidere parole partorite da loro stessi
forse più che uccidere
abortire

e li continuo a vedere
nell’ignoranza assoluta del danno
del perché lo fanno
del di donde vengono
del di donde vanno

la cosa peggiore e quando ti chiedono:
“ti è piaciuto?”
e tu pensi :
“non cazzo, no che non mi è piaciuto mi hai fatto orrore, pena e tristezza in un colpo solo, smettila ti prego
non farlo mai più
impara a fare qualcosa di utile
studia matematica ma cristo, comprati un violino
salvati
salvati
salvati!”

ma non glielo dici
sorridi
farfugli qualcheccosa
e vai a pisciare l’albero più vicino


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Commenti

6 risposte a “la notte in cui domai un branco di calciatori veneziani ubriachi”

  1. Avatar paolo

    bravo ben bis
    bisaccia

  2. Avatar katia
    katia

    te l’avevo detto, e pure a gattico, di non bere il vino del paradiso…
    comunque alla parola TROIA ci fu il picco d’attenzione da tavernicolo medio-veneto, non dimenticàr.
    fosti impavido.

  3. Avatar gattico
    gattico

    nel mentre il biondo finiva a sua insaputa a venezia lido, e si comperava un costume da bagno granata a fiori crema…

  4. Avatar Carlo

    Duri da domare i calciatori veneti ubriachi. Anche non veneti. Anche non ubriachi. Anche non calciatori.

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