42 giorni a settembre

la violenza genera solo altra violenza che
a sua volta genera altra violenza che a sua volta
genera altra e altra e altra violenza che genera altra
violenza ancora, e così via in un gioco di domino, avete
presente quando mettete le tessere del domino una dietro
all’altra, in piedi e poi fate cadere la prima e cadono tutte una
dietro all’altra, avete presente, sì credo abbiate presente, si può
fare anche con gli accendini o con altri oggetti, basta che quello che
precede non sia più leggero di quello che succede sennò non funziona
con la violenza non credo sia così, nel senso che non credo che sia
necessario che l’atto di violenza numero 7, diciamo, debba essere
meno intenso dell’atto di violenza numero 8 per scatenarlo ma
di questo non sono sicuro, devo pensarci un poco, non so
se notate la bellezza di queste righe che crescono e
decrescono, è la prima volta che mi capita di fare
una poesia in questo modo che le righe fanno
un giochino così carino, trovo la cosa
entusiasmante, voi no? sì, io credo
è proprio bello ma io volevo
parlare di violenza non
oh! che poco spazio
troppo poco non
ho più spazio
com facio?
aiuto
aiù
oh!
ù!

d’estate poi la violenza s’esacerba
in quanto il caldo dà alla testa dei
poveri di spirito e anche dei meno
poveri, anche i piccioni sbiellano
e si lanciano ciechi sotto le auto
i ricchi no, c’hanno l’aria condizionata
autisti inscatolati nelle loro vetture di
gomma e latta sudano in coda e odiano
avessero cannoni, guidassero carri armati
sarebbe un massacro
ed è comunque un massacro comunque
di cervelli alla coque
occhi fritti
coglioni cotti
chiappe frollate

dentro le case uomini uccidono donne
donne uccidono bambini
bambini decapitano Barbie
Barbie accoltellano Big Jim
Big Jim massacrano Play Mobil
Play Mobil violentano Fiammiferini
Fiammiferini sucano

il mio gatto immaginario dorme
a pancia in su
un occhio aperto, un occhio chiuso
la lingua rosa fa capolino tra i denti serrati
fa le fusa e sogna

sogna migliaia, migliaia e migliaia di topi glassati volanti


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Commenti

5 risposte a “42 giorni a settembre”

  1. Avatar sudore
    sudore

    i cuochi cinesi ion agosto non ci sono. tu ordini una cosa che ti piace ma è diversa dal solito e fa schifo. è perchè i cuochi non ci sono. ieri al posto di pollo al cocco mi han servoito topo volatne glassato.
    tu sei un nonviolento di natura. SI.

  2. Avatar sterno

    tu hai responsabilità. non puoi scrivere cose così col rischio che qualcuno le legga all’una e venti di notte. ti rendi conto che potrebbero essere le ultime cose lette prima di andare a dormire? ora prova a metterti nella testa di uno che ha letto questa poesia e ora deve spegnere e provare a dormire. dai, prova. prova! cazzo sei un irresponsabile, l’ho detto e lo ripeto. e poi sei un prezioso. nel senso di uno che fa il prezioso, che c’ha la puzza sotto il naso e gli tira pure il culo, si dice a bologna. comunque questo non c’entra, questa era una cosa che mi girava in testa pensando a te e magari te la spiego un’altra volta che qui è un’altra storia. se sogno un playmobil che violenta un fiammiferino ti vengo a cercare. notte eh.

  3. Avatar catalanoguido

    anche io secondo me sono prezioso. sì, mi ritengo tale. sognidoro

  4. Avatar katia
    katia

    pistolotto:
    si dice calligramma. quando le parole di una poesia compongono graficamente un motivo figurato allora formano un galligramma. ce ne sono di svariatissimi tipi. il tuo assomiglia ai versi ropalici (anche inversi). se usi colori diversi per evidenziare singole parole o sillabe o lettere che, a loro volta, all’interno del sistema grafico generale della tua composizione poetica, designano un disegno, anche quello è un calligramma. e poi c’è l’acrostico, che cela una o più parole nella sequenza verticale delle iniziali dei tuoi versi. o l’lfabetico. insomma, tanta roba.
    ti sei iscritto in una tradizione che ti porta dall’antichitità dritto dritto nelle braccia di apollinaire.
    preciuos, direbbe gollum

  5. Avatar sterno

    minchia, Katia (è un complimento)

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