la violenza genera solo altra violenza che
a sua volta genera altra violenza che a sua volta
genera altra e altra e altra violenza che genera altra
violenza ancora, e così via in un gioco di domino, avete
presente quando mettete le tessere del domino una dietro
all’altra, in piedi e poi fate cadere la prima e cadono tutte una
dietro all’altra, avete presente, sì credo abbiate presente, si può
fare anche con gli accendini o con altri oggetti, basta che quello che
precede non sia più leggero di quello che succede sennò non funziona
con la violenza non credo sia così, nel senso che non credo che sia
necessario che l’atto di violenza numero 7, diciamo, debba essere
meno intenso dell’atto di violenza numero 8 per scatenarlo ma
di questo non sono sicuro, devo pensarci un poco, non so
se notate la bellezza di queste righe che crescono e
decrescono, è la prima volta che mi capita di fare
una poesia in questo modo che le righe fanno
un giochino così carino, trovo la cosa
entusiasmante, voi no? sì, io credo
è proprio bello ma io volevo
parlare di violenza non
oh! che poco spazio
troppo poco non
ho più spazio
com facio?
aiuto
aiù
oh!
ù!
d’estate poi la violenza s’esacerba
in quanto il caldo dà alla testa dei
poveri di spirito e anche dei meno
poveri, anche i piccioni sbiellano
e si lanciano ciechi sotto le auto
i ricchi no, c’hanno l’aria condizionata
autisti inscatolati nelle loro vetture di
gomma e latta sudano in coda e odiano
avessero cannoni, guidassero carri armati
sarebbe un massacro
ed è comunque un massacro comunque
di cervelli alla coque
occhi fritti
coglioni cotti
chiappe frollate
dentro le case uomini uccidono donne
donne uccidono bambini
bambini decapitano Barbie
Barbie accoltellano Big Jim
Big Jim massacrano Play Mobil
Play Mobil violentano Fiammiferini
Fiammiferini sucano
il mio gatto immaginario dorme
a pancia in su
un occhio aperto, un occhio chiuso
la lingua rosa fa capolino tra i denti serrati
fa le fusa e sogna
sogna migliaia, migliaia e migliaia di topi glassati volanti
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