poi non è andato più avanti
ero in un treno per andare nella lontana Brianza
pieno zeppo di pendolari
studenti e lavoratori
maschi e femmine
erano le sei della sera
stavo in piedi
i pendolari dentro i treni delle sei della sera
hanno occhi spenti e guardano nel vuoto
non parlano
sembrano tristi
giuro su dio che sono tristi
e sono stanchi
pensano
ma non so cosa
lo immagino
ma non ve lo dirò
i treni dei pendolari delle sei della sera
sono stretti e scomodi
e c’è poco posto
è fatto apposta
io ero nel vano
non so come si chiama
lo chiamo vano
appiccicata al muro
i treni hanno muri?
no, pareti
appiccicata alla parete c’era una cartina con tutte le linee
del Servizio Ferroviario Regionale – Regione Lombardia
e in mezzo alla cartina qualcuno aveva scritto:
“Grazie Martina che mi”
nel treno della tristezza
che porta i pendolari e le pendolaresse
dalla metropoli
ai paesi
stracchi, l’umore sotto al culo
qualcuno ha scritto grazie a Martina che gli
che l’ha
che lo
non so
t’immagino bella Martina
tutta ricciolina
e il tuo innamorato
di cui non sappiamo nulla
non è riuscito
a dirci
che l’hai?
che gli?
che lo?
cos’è successo?
l’hanno arrestato forse nell’atto?
la polizia ferroviaria l’ha colto col pennarello in mano?
dov’è finito, Martina?
l’hanno rinchiuso nelle segrete di qualche carcere brianzolo
e lo stanno torturando per sapere perché ti ringraziava?
e di cosa?
che gli hai fatto Martina?
Martina che gli hai dato?
che gli hai detto?
non ve lo dirà mai
e voi manco lo capireste
o forse è tutto più semplice
meno avventuroso
forse mi son fatto trasportare dalla fantasia
per ammazzare il tedio
forse Martina
il tuo moroso
non ha trovato le parole
e basta
e alla fin fin fine
in quel vuoto
ci sta un sacco di bella roba
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Da: Il Canemucco n°1
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