Voglio affidare al mare
una dozzina di messaggi
dentro dodici bottiglie
ben tappate.
Il problema, capitàno
è che qui, di mare
anche a guardarsi bene attorno
non è che ce ne sia un granché.
Cemento,case,alberi,auto
c’è un fiume
ci sono carri armati, colline, vetrine, semafori
trincee, ponti, piazze, bombe inesplose
parcheggi, tram
ma di mare, davvero poco.
E poi, lei sa come funzionano i messaggi in bottiglia?
È tutto dato al caso, capitàno, è un bel casino.
Le correnti, i gorghi, gli scogli acuminati, gli squali
le balene, le onde paurose, le tempeste, i pirati
i mostri marini dai mille tentacoli, i sottomarini nucleari.
Come mi viene in mente
di pensare
che anche uno solo
di quei messaggi nella bottiglia
giunga a lei
alla destinataria?
Sì, c’è una destinataria
è una destinataria ragazza dai capelli neri
e dagli occhi dal colore improbabile.
Capisce capitàno la follia?
Cosa ci ho messo dentro, chiede?
Per Giove, capitàno
cosa vuole che ci abbia messo, ricette di cucina?
C’ho messo poesie d’amore e poesie di fine del mondo
e poesie dei suoi occhi, delle sue mani e delle sue gambe
e poesie per raccontarla
e poesie per dimenticarla
e poesie per ritrovarla
una mappa per farle sapere dove sono
e qualche poesia felice.
Voglio affidarle al mare.
Il problema, capitàno
è che qui, di mare
anche a guardarsi bene attorno
non è che ce ne sia un granché.
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