faceva l’intercettatore professionista
intercettava le conversazioni telefoniche
dei briganti
i briganti
non ce la facevano a non usare il telefono
era più forte di loro
avevan l’esigenza di raccontarsi le loro azioni di brigantaggio
telefonicamente
se ne vantavano tra loro
oppure
si mettevano d’accordo
discutendo i piani di brigantaggio prossimi e venturi
facendo piani
un tardo pomeriggio di febbraio
l’intercettatore professionista
stava ascoltando la moglie di un brigante
che raccontava alla moglie di un altro brigante
che la moglie di un terzo brigante
aveva speso 14.000 euro per la festa della figliola tredicenne
una di quelle feste nelle ville belle
con molto invitati facoltosi
e uomini e donne dello spettacolo
l’intercettatore si annoiava
non vedeva l’ora che finisse il turno
non vedeva l’ora di tornarsene a casa
bersi una birra
e guardarsi la tele sdraiato sul divano
magari mangiare qualcosa
poi sentì come una scarica nel suono
come un rumore di friggitoria cinese
seguito da uno scoppio a fischio
che ancora un po’ e lo faceva sordo
si tolse le cuffie di scatto
“zio bono!” urlò “checcazzo!”
scese il volume
e si rimise l’apparecchio
voce di uomo
non più di donne
voce di uomini
due
D: non me ne frega una cippa se sei stanco, tu scendi!
G: io non scendo te l’ho detto io non scendo!
D: tu scendi te lo dico io! tu non è che puoi o non puoi, tu devi!
G: guarda, me lo puoi dire e ridire per il resto dell’eternità, io non scendo
D: (urlando) Cristo Santo! tu scendi quando te lo dico io e fai il tuo dovere!
venti secondi di silenzio
G: va bene… però non come l’altra volta
D: senti, lo sai che è diverso, è tutta un’altra roba
G: niente botte?
D: giuro su dio (ride)
G: (ride) sei il solito minchione
D: niente botte
G: niente chiodi?
D: assolutamente niente chiodi, è diverso!
G: però scusa, non ho capito perché…cosa…
D: tu non ti devi preoccupare di nulla, tu scendi fai un po’ di bordello, quelli sbiellano, poi intervengo io e faccio su un fraccalemme che a sto giro non se lo scordano più
G: vabbò, però sta volta mi vesto come dico io
D: guarda, ti puoi vestire come ti pare, basta che segui le direttive
G: o.k. però un po’ di improvvisazione me la concedi
D: se non fai il cretino sì
G: non ho mai fatto il cretino e lo sai
D: è vero, però è molto diverso adesso e devi stare attento a non far minchiate
G: va bene…posso portare delle armi?
D: no
G: dai!
D: no, ti dico, niente armi
G: una pistola, dai
D: no
G: piccola, dai
D: mi vuoi proprio fare incazzare?
G: va bene, o.k., ho capito, va bene
D: bravo
G: quando scendo?
D: non so ancora bene, penso a primavera
G: buono
D: buono sì
G: posso avere una spada di fuoco?
D: (urlando) no ti ho detto! niente armi porca Eva!
G: vabbè dai non t’incazzare!
D: eh, non ti incazzare! sei mi fai incazzare m’incazzo!
G: dai scusa…quanto dura a sto giro?
D: facciamo una roba veloce che tanto poi finisce tutto lì
G: tutto tutto?
D: tutto
G: e poi?
D: e poi basta, finito, ce ne andiamo
G: posso vestirmi di rosso?
D: t’ho detto che ti vesti come vuoi
G: e poi devo dire delle frasi?
D: lunedì ti mando le bozze del testo
G: ma tipo?
D: ci sto lavorando…l’incipit è tipo: “mò son tutti cazzi vostri”
G: bello
D: bello sì
G: cioè si va giù duro subito?
D: subito
G: i tuoni?
D: un casino
G: lampi?
D: tuoni e lampi come se piovesse
G: ma io scendo tipo con le trombe?
D: sì ci sono anche le trombe non ti preoccupare
G: le fiamme?
D: le fiamme dopo, prima dobbiamo farli cagare un po’ addosso
G: perché poi le fiamme…
D: sì, più che fiamme sono meteore di fuoco
G: fico…
D: eh, te l’ho detto, sarà un fraccalemme
G: figata!
D: vabbò adesso vado, ci sentiamo domani
G: dai, buon lavoro
D: ciao
G: ciao
l’intercettatore spense la baracca
si mise il cappotto
uscì dalla stanza
uscì dal palazzo
tornò a casa
sì aprì una birra
si stese sul divano
accese la tele
dentro la tele un uomo obeso e calvo
faceva domande a una donna magra con gli occhiali
se la donna ci azzeccava
diventava ricca
entrambi sorridevano tantissimo
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