Alle otto del mattino tutte le santissime mattine alle otto di tutte le maledette mattine di questo luglio imbecille al secondo piano di questo stabile di merda gli operai iniziano a fare il loro sporco lavoro operaio con martelli trapani seghe lance termiche bombe a mano martelli pneumatici e cristi in croce che urlano e fischiano e imprecano e sudano sangue
ma tu non sei qui.
E tutte le mattine alle otto del mattino di tutte le mattine alle otto di questo luglio precocemente demente mentre di sotto al secondo l’operaio accende la sua sega elettrica a doppia trazione anteriore io cerco di aprire gli occhi ma sono incollati i miei occhi dalla colla della notte e ti cerco a tentoni
ma tu non sei qui.
E a tutte le otto di tutte le mattine alle otto mentre qui sotto operai resi folli dai fumi di cemento abbattono ponti e inducono crolli io apro gli occhi strappandomi palpebre e ciglia e ti cerco con gli occhi e ti chiamo il tuo nome sussurro poi urlo e di nuovo sussurro
ma tu non sei qui.
E mi alzo pesante le spalle di ghisa la testa di pietra la barba di fili di acciaio la schiena che se non mi si spezza e solo questione di tempo e mi alzo e vado a pisciarmi una lunga pisciata mentre l’acqua è sul fuoco e il mio arnese ritorna a riposo e mentre di sotto al secondo i cannoni radono al suolo tutto ciò che è rimasto da radere sorseggio il mio tè e guardo le rondini e i tetti e il cielo di luglio alle otto di questo mattino mi piace pensare di riuscirti a guardare saporosa di sonno che tu stai dormendo circondata dai gatti che ti fanno le fusa e ti proteggono i sogni che sei fanciulletta ed è giusto così.
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