Categoria: Novissime

  • Marta

    Era uno spettacolo, Marta
    era uno spettacolo di quelli
    che forse e per fortuna
    non tutti se ne accorgono.
    E si pitturava le unghie
    di colori scuri
    e camminava dentro grandi sandali
    ma era silenziosa
    era leggera.
    Adoravo sentirla imprecare
    e se per baglio sfioravo dell’aglio
    aveva la reazione isterica di un vampiro.
    Marta baciava benissimo
    anche se non lo sapeva
    non glielo dissi mai
    per evitare che si montasse la testa.
    Quando era triste
    le scrivevo una poesia d’amore
    l’effetto benefico durava
    circa otto ore
    poi via un’alta
    e un’altra ancora.
    Mi veniva facile
    che Marta era uno spettacolo
    uno spettacolo di quelli
    che forse e per fortuna
    non tutti se ne accorgono.

  • Mantova, tu e il tuo vestito blu

    E prima
    che questo settembre gentile
    si compia
    vorrei portarti a pranzo.

    Mi piacerebbe
    andare a pranzo io, tu
    e il tuo vestito blu.

    Sì, quello blu
    fiori rossi
    al ginocchio
    il mio vestito tuo preferito
    il tuo mio vestito che mi piace di più.

    Ricordi la prima volta
    che lo indossasti ed io lo vidi?
    Eravamo su una pista d’atterraggio
    che vento faceva
    dovevi tenerti il cappello
    per non farlo volare
    partivi.
    No.

    Ero io che stavo per partire
    per il fronte
    ti avevo davanti
    già sentivo la nostalgia di te
    e che pesante era il fucile
    No.

    L’altra notte, a Mantova
    nell’albergo verde
    ero un po’ felice
    un po’ disperato
    alternavo, insomma
    e ho pensato, a Mantova, l’altra notte
    ma quanto bene sarebbe
    che tanto bene sarebbe
    lei fosse qui con me.

    E quando dico lei
    dico tu
    e il tuo vestito blu.

    Sì, proprio quello con i fiori rossi
    al ginocchio.

    È quello il mio preferito.

  • Maria

    Era quel tipo di ragazza acqua e sapone
    quel tipo da ragazza della porta accanto
    quel tipo di ragazza un jeans e una maglietta.

    Ne aveva venti
    ne dimostrava diciassette.

    Quando le chiesi, sei legale?
    rise Maria
    ed io, tonto, non mi accorsi
    del doppio senso della mia domanda.

    Era quel tipo di ragazza acqua e sapone
    ma l’acqua era gelida
    ed il sapone ruvido.

    Sapeva di piacere
    e le piaceva.
    Non le piaceva mai nessuno
    più ti piaceva
    meno le piacevi
    sembrava uscita
    da una canzone di Vasco.

    Ci baciammo un po’
    ma non facemmo mai all’amore.

    Feci l’errore
    con Maria
    di innamorarmi lievemente
    durò ventiquattr’ore
    poi volò via
    ed io
    rimasi bene ancorato nella terra
    a salutarla con la mano.

  • Base Luna chiama Terra

    Base Luna chiama Terra
    ripeto
    Pronto Terra ricevete?
    Qui è Base Luna.
    Lo so, avevate perso la speranza.
    O forse avevate smesso di sperare.
    Vi siete da subito messi il cuore in pace?
    Non importa.
    Certo, non ci facevamo sentire da un po’
    ma siamo ancora qui.
    Siamo vivi.
    La situazione si è fatta complicata
    dopo l’incidente.
    Ci mancate.
    Stiamo finendo le scorte
    c’è un buco nella parete
    che si sta risucchiando tutto
    compreso il gatto di bordo
    il mio paio di scarpe preferito
    la mia collezione completa di dischi di Elvis
    e il nano da giardino che mi avevi regalato.
    L’ossigeno scarseggia
    c’è un gran silenzio
    ci rimane una scialuppa di salvataggio
    un po’ ammaccata ma funzionante
    il computer è impazzito
    è convinto che io mi chiami Dave
    e afferma di essere stato costruito in Illinois nel ’93.
    Lo so, da voi è dura
    e la situazione peggiora.
    Non fosse per la solitudine
    e la mancanza di ossigeno
    probabilmente si starebbe meglio qui.
    Ho già detto che ci mancate?
    Ci mancate.

    Ieri mattina ho visto Tom
    galleggiava nello spazio
    sorrideva
    e voi
    e tu
    visti da lontano
    vista da quassù
    continuavi ad essere bellissima.

  • Se la speranza è l’ultima a morire

    È vero capitàno
    la speranza è l’ultima a morire
    però le confesso
    che l’altra notte
    la mia speranza
    ha avuto un arresto cardiaco
    di quelli pesi
    l’ho presa a pugni
    e a testate contro il petto
    le ho urlato svegliati, ritorna!

    Sono riuscito a riacchiapparla
    per i capelli
    mentre ormai
    già camminava
    nel tunnel
    – sa come succede –
    verso la luce.

    Quando ha riaperto gli occhi
    – la mia speranza, capitàno, ha occhi neri
    piuttosto grandi, piuttosto scuri –
    quando ha riaperto gli occhi
    ho capito
    che qualcosa era andato storto
    aveva lo sguardo perso, vuoto
    catatonico, stupito, rimbambito
    ho pensato fosse la fine
    l’ho anche detto ad alta voce
    è la fine.

    Poi, capitàno, non ci crederà
    ma la speranza ha riso
    ha sghignazzato
    divertita dallo scherzo ignobile.

    Ma stupido, mi ha detto
    credi sia così facile ch’io crepi?

    Le ho dato della stronza, infame, pazza
    ed incosciente
    sì è alzata
    mi ha dato una gran pacca sulla spalla
    poi mi ha portato a bere
    che ne avevo bisogno.

  • Contratto d’amore

    Come da accordi ho smesso d’amarti
    come da contratto a partire da oggi
    non ti sognerò più
    non penserò più a te sospirando alla luna
    la luna a sua volta smetterà di ridermi in faccia
    non tormenterò povere indifese margherite
    strappando loro i morbidi petali bianchi
    non camminerò solo per la città
    temendo e sperando di incontrarti per caso
    riandando ai luoghi dei nostri primi baci.
    Come da accordo contrattuale
    sarò gentile e pacato
    sorriderò quando qualcuno mi parlerà di te
    e non attenterò alla vita dei bastardi infami
    che già ora hanno iniziato a corteggiarti.
    Contrattualisticamente in accordo
    con le leggi vigenti mi impegno
    a smettere di scriverti poesie d’amore
    o almeno diminuire
    a scalare
    che tutto in un colpo è pericoloso.
    Smetterò poi di desiderare
    il tuo corpo morbido e profumato.
    Giuro infine che ti farò da amico
    saggio e fedele che detta così
    sembra un cane
    ma vedrai funzionerà.

    A te solo chiedo
    di non credere a una parola
    di ciò che hai appena letto.

  • è che

    è che dicevi le cose giuste
    quando avevo bisogno
    di parole giuste
    e quando sorridevi
    mi scardinavi l’anima
    o quello che ne resta
    poi
    dormirti addosso
    succedevano alcune cose
    alcune meraviglie
    tipo
    che la mattina
    ritenevo plausibile
    l’implausibile
    tipo quelle robe da film
    da romanzo
    tipo l’amore
    tipo fare colazione assieme
    tipo un mondo migliore.

  • Mi salva

    il rock mi salva
    i romanzi mi salvano
    la gentilezza mi salva
    la pizza mi salva
    scrivere mi salva
    anche leggere
    fare all’amore mi salva
    i gatti mi salvano
    gli amici mi salvano
    il vino mi salva

    mio padre scriveva poesie
    me l’ha confidato a ottant’anni
    ne ho lette alcune
    non sono niente male

    ridere mi salva
    i film mi salvano
    i bambini mi salvano
    giocare mi salva
    baciare mi salva
    la città mi salva
    gli alberi mi salvano
    le stelle mi salvano
    il cielo mi salva
    i rondoni mi salvano

    se tutto questo odio
    fosse convertito
    in energia pulita
    che sballo sarebbe

    la mattina mi salva
    la tristezza mi salva
    l’ottimismo mi salva
    dormire mi salva
    le notti mi salvano
    l’intelligenza mi salva
    il treno mi salva
    le donne mi salvano
    l’acqua mi salva
    pensarti mi salva

    e comunque
    ci sono momenti per recitare poesie e momenti per fare a botte
    ma questa non è mia.

  • Alla fine non è poi così male

    Alla fine non è poi così male
    soffrir d’amore.
    La sensazione
    – non so se siete d’accordo con me –
    è quella di avere un cane che ti vive nello stomaco
    un cane di media taglia.
    Un cane incazzato, prigioniero del tuo stomaco
    insieme a un gatto.
    Sì, perché c’è anche un gatto
    e il gatto – come potete immaginare –
    è un gatto incazzatissimo perché lo hanno
    chiuso dentro il tuo stomaco con un cane.
    E poi c’è il topo.
    Il topo che al mercato mio padre comprò.
    – scusate, è per stemperare la tensione drammatica -.
    Il topo è disperato.

    Uno dei lati positivi di questa faccenda
    è che ti s’abbassa la fame
    hai come una sensazione di pienezza
    di sazietà che se uno è a dieta
    è una bellezza.
    Poi non ti senti mai solo
    che ci son ‘sti tre disgraziati
    che ti bestemmiano dal di dentro
    notte e giorno
    estate e inverno
    nella buona e nella cattiva sorte
    in salute e in malattia.
    Amen.

    Poi ti viene tutto un fascino cupo
    un fascino cupo di sofferenza
    un po’ da pirata, un po’ da straniero
    che tutte le ragazze dicono:
    “minchia che fascino cupo di sofferenza
    quel tipo un po’ pirata e un po’ straniero”.
    Che tu li però ‘sto fascino cupo
    mica lo puoi sfruttare con le ragazze
    che c’hai un cane nello stomaco.

    Poi, se scrivi poesie o canzoni
    be’, lì sei a cavallo
    e povero anche il cavallo
    – si fa per stemperare –
    lì sei a cavallo che ti vengon giù robe
    ma robe di una tristezza amorosa di sofferenza
    che manco Tenco.

    Detto questo, poi
    – e concludo –
    se quando inizia a tirar vento
    se quando inizia a tirare il vento quello forte
    quello brutto e cattivo
    se quando inizia
    tu ti distrai
    e le lasci la mano
    – basta un secondo, signori –
    allora tu te lo meriti il cane
    tu ti meriti il cane
    e tutto il cazzo di zoo al completo.
    [ Nessun animale è stato maltrattato durante la produzione di questa poesia ]

  • Settembre ancora

    Da quanto non ti vedo più
    il mondo
    sta andando a rotoli
    un po’ più velocemente del solito
    ne converrai con me
    siamo oltre la media.
    Immagino
    Donald Trump
    che si sfrega le mani
    sorride.
    Oggi il capitàno
    mentre ci facevamo la barba
    mi ha guardato attraverso lo specchio e
    devi dimenticarla, ha detto.
    Ma capitàno, e il mondo?, gli ho fatto, chi salverà il mondo
    se non ci amiamo?
    Il mondo ce l’ha fatta senza di voi, prima di voi
    e ce la farà anche dopo.
    Lei capitàno è un fottuto cinico bastardo, gli ho detto.
    Io sono un fottuto cinico bastardo e tu sei
    un cazzone romantico senza speranza.
    Senza speranza, capitano?
    Il capitano si è asciugato la faccia
    ha sorriso un sorriso faticoso
    no, un filo ne rimane, ma solo un filo
    un filo?
    un filo.
    Dunque, capitàno, devo dimenticarla?
    Tanto non ce la fai.

  • Ciclicità

    Sì, ma almeno io ti amo, le dissi
    In che senso “almeno”? chiese
    Non so, suonava bene
    Tu dici le cose perché suonano bene?
    Senti, non lo so
    Cosa?
    Quel che dico, perché lo dico, quando, come, dove, se,
    sono obnubilato, confuso, annichilito
    Da che?
    Ma come da che? da te
    Perché?
    Perché era dal ’74 che non amavo una donna con tale preponderanza d’animo
    Con tale?
    Preponderanza d’animo
    Ha a che fare con quella faccenda che dici le cose perché ti suonano bene?
    No, in questo caso no, in questo caso era l’unica che andava detta
    Comunque tu nel ’74 avevi tre anni
    Tu non hai idea un treenne quanto cazzo possa amare
    Stai dicendo che ti ricordo tua madre?
    Non essere sciocca
    Sei strano
    Ti stai annoiando?
    Un po’
    Vuoi che mi dia fuoco per creare un diversivo?
    Sei matto
    Sì, ma almeno io ti amo.

  • Disegni

    Qualcuno mi sa spiegare
    perché gettò i suoi disegni
    giù da Ponte Vecchio?
    Cosa fu a portarla
    ad un gesto così estremo
    definitivo?
    Sono anni che mi interrogo
    e penso
    che fossi passato di lì
    quel giorno
    in quel momento
    le avrei detto, fermati, non gettarli
    dammeli
    te li conserverò
    getta qualcos’altro
    tieni
    tieni questo posacenere di ghisa
    a forma di gatto
    che per caso ho qui
    a disposizione
    ti darà soddisfazione
    lancialo nel vuoto.
    E poi urla, piangi, arrabbiati
    picchiami, ma delicatamente
    sii pure triste e poi
    andiamo a berci su
    e parlami
    e raccontami
    e parlami e non credere
    non credere alle canzoni
    sappi che c’è qualcuno
    c’è qualcuno
    che gli parlerà ancora un po’ di te
    te lo prometto
    e ora dammi quei disegni
    e prova a sorridere.

  • Fino all’alba

    In Norvegia un fulmine
    ha seccato 323 renne
    in un colpo solo
    e qui in città
    il Colonnello Autunno
    è calato senza troppo preavviso
    inumidendoci anima, cuori, occhi e coglioni
    per chi ne possiede ancora, s’intende.
    Gene e Gilda sono di nuovo assieme
    ed io son tornato sul luogo del delitto.
    Ti ho cercata.
    Nessuna traccia di te.
    Ti ho cercata fino all’alba
    il vino e le poesie
    han fatto il loro corso
    e tu eri dappertutto.

  • Il poeta

    Il poeta, una cosa.
    Una cosa deve fare il poeta
    non è che sia un lavoro così difficile, il poeta
    il poeta, non è che sia un mestiere così complesso
    perché al poeta, signori
    gli si chiede una cosa che è una
    al poeta gli si chiede
    siediti
    mettiti comodo
    e scrivine una bella
    ecco cosa deve fare il poeta
    il resto, tutte minchiate
    che uno al tassista cosa gli chiede?
    guida
    e all’avvocato?
    difendi
    e al sarto?
    cuci
    e al medico?
    cura
    e al muratore?
    costruisci
    e al maratoneta?
    corri
    e quelli
    guidano
    e difendono
    e cuciono
    e curano
    e costruiscono
    e corrono
    poi arriva il poeta
    che lo vedi già da lontano il poeta
    lo riconosci
    che il poeta arriva da lontano
    e lo vedi tutto gesticolante
    tutto ansioso
    con le gote arrossate
    i capelli scompigliati
    le scarpe spaiate
    arriva
    e ti vuole spiegare
    e ti vuole dire
    e ti vuole far capire come funziona
    e parla
    e ti spiega
    e parla
    e ti racconta
    e parla
    e ti delucida
    e parla
    e ti illustra
    e parla
    e ti commenta
    e parla
    e ti parafrasa
    e parla
    e ti interpreta
    e parla
    e ti insegna
    e parla
    e ti chiosa
    e a un certo punto
    fa:
    posso leggerti una poesia?
    tua? gli chiedi

    e lì
    nove su dieci
    è una martellata nei coglioni
    ma di quelle pese.

    Che basterebbe poco, il poeta
    il poeta, basterebbe poco
    capisse
    che una cosa gli si chiede
    una cosa che è una
    gli si chiede
    siediti
    mettiti comodo
    e scrivine una bella.

  • Una notte sì una notte no

    Una notte sì
    una notte no
    ti sogno
    e nei miei sogni
    sei bella
    sei bella e sorridente
    sei bella e sorridente e tranquilla
    quasi sempre
    vesti di scuro
    e mi racconti
    cose di te
    accadimenti
    piccoli nuovi fatti felici
    e nei sogni
    siamo sempre
    all’aperto
    un giardino
    una strada
    un cortile
    un ponte
    una piazza
    una notte sì
    una notte no
    ti sogno
    e nei sogni
    per lo più
    io taccio
    e ti ascolto
    e ti guardo
    tocca a te raccontare
    solo che
    tu ti aspetti
    che prima o poi
    anche io
    dica qualcosa
    ma sto zittissimo
    e allora tu
    a un certo punto
    dici
    va bene adesso devo andare ciao
    e io rimango lì solo
    solo dentro il mio sogno
    con tutto un senso di abbandono
    che già il senso di abbandono
    fa schifo di per sé
    se poi capita
    dentro un tuo sogno
    è proprio una cosa da far pena ai cani
    e la notte scorsa
    che era una notte sì
    nel sogno
    mi è montata
    tutta una tristezza
    che tu
    preoccupata
    mi hai chiesto
    ma che fai, sei triste?
    ma mica che piangi?
    ma no, figurati, è raffreddore
    raffreddore in estate? non ci credo.
    E credici pure amica mia
    che un’estate così
    non è facile da ricordare
    e credici pure amore mio
    che un’estate così
    a memoria d’uomo
    è stata un’estate
    tra le più fredde al mondo.

  • Tutta d’un fiato

    Ho il cuore
    che batte strano
    ogni tanto lo sento
    che fa un salto
    ne fa un altro
    fa la giravolta
    fa la riverenza
    non fa mai la penitenza.
    Ho gli occhi deboli
    e i piedi a papera.
    Ci contavo
    per militare
    ma mi han preso
    lo stesso
    quei fessi
    eran tempi
    che c’era
    carenza di braccia
    per pulire i cessi.
    Non ho figli
    sono basso
    non ho gatti
    tendo al grasso
    non ho cani
    me la spasso.
    Guardo in su
    guardo in giù
    e do un bacio
    a chi voglio io
    cioè indovina?
    Tu.

  • Bianca

    Le piaceva dormire fino a tardi
    le piacevano le poesie d’amore
    soprattutto quelle di poeti dell’ottocento
    morti giovani
    possibilmente di polmoni
    i cibi croccanti
    i cimiteri
    le ostriche
    i vestitini corti
    la mia barba
    la mia pancia
    farsi le sigarette a mano
    e quando le dicevo
    vuoi essere la mia ragazzina dai capelli rossi?
    mi rispondeva
    prima dovrei farmi i capelli rossi e poi tu
    dovresti essere molto più timido con me
    non ti sembro abbastanza timido?
    chiedevo
    affatto
    però ho la testa tonda, dicevo
    vero, ammetteva, ma ti manca un cane pazzo.
    Chiacchieravamo tanto
    soprattutto la notte.
    Non sopportava lo zucchero nel caffè
    la mancanza di gentilezza nella gente
    voleva giocare sempre a calcio balilla
    giocava malissimo e si arrabbiava con me.
    Diceva che le piacevo perché ero un tipo buffo
    io fingevo di arrabbiarmi ma ero contento.
    Le piaceva dormire fino a tardi
    le piacevano le poesie d’amore
    soprattutto quando raccontavano di lei.

  • OCCM

    Occhio: mi hai chiamato?
    Cuore: sì
    Occhio: che c’è?
    Cuore: ho bisogno di vederla
    Occhio: no
    Cuore: dài ti prego, un secondo solo
    Occhio: ho detto di no!
    Cuore: ma cazzo!
    Cazzo: sì?
    Cuore: no scusa Cazzo, tu non c’entri
    Occhio: insomma…
    Cazzo: scusate, se non c’è bisogno di me, mi ritirerei
    Cuore: vai, vai pure
    Cazzo: va bene ciao
    Cuore: dài Occhio, fammela vedere un attimo, sii buono
    Occhio: Cuore lo sai che poi duoli
    Cuore: dolgo?
    Occhio: duoli
    Cuore: hai ragione
    Occhio: un porno?
    Cuore: ok
    Occhio: Mano?
    Mano: eh?
    Occhio: chiama Cazzo
    Mano: ok

  • Anna

    Odiava attirare l’attenzione
    si faceva muro davanti al muro
    lavagna davanti alla lavagna
    poteva farsi albero nella foresta
    e nel prato erba
    sabbia davanti al mare
    cemento, fumo, folla
    dentro la città.

    Dovessi immaginarla lettera
    sceglierei l’h
    così invisibile
    ed essenziale
    pensassi a un elemento
    l’aria
    il vento.

    Parlava a bassa voce
    così bassa che spesso
    la scherzavo, dicevo
    dovrò imparare a leggere le labbra con te.
    Le labbra.

    Parlava a bassa voce ma ascoltava
    perché ne conosceva l’importanza.

    Aveva un nome corto
    palindromo e morbido.

    Mutava di natura
    solo alle feste danzanti
    iniziava a ballare
    e ballare
    e ballare
    e ballare
    ed era una meraviglia
    mettersi in disparte
    accendersene una
    e stare lì a guardare.

  • Viaggi nel tempo

    Una cosa che amo
    delle poesie d’amore
    è che sopravvivono
    alle storie d’amore
    un po’ come le foto
    io mai fatto foto
    io per lo più
    quasi solo poesie d’amore
    che le poesie d’amore
    è un po’ come le foto
    apri il cassetto
    e la trovi
    e la guardi
    è la foto della ragazza che amavi
    ricordi
    l’avevi fotografata tu
    quella volta
    tu che non fai mai foto
    e quella foto ti era riuscita particolarmente bene
    e ti eri dimenticato di avere fatto quella foto
    dove lei è particolarmente bella
    e voi eravate particolarmente contenti quel giorno lì
    e tu sospiri
    fai dei sospiri che non sembrano sospiri
    sembra un attacco d’asma
    e a un certo punto
    cade una goccia sulla foto
    cade una goccia sul suo viso
    e tu alzi lo sguardo al cielo
    ma non piove
    la goccia l’hai creata tu
    è fuori uscita dai tuoi occhi
    e si è lanciata
    in caduta libera sul viso della tua ragazza in foto
    che non è più la tua ragazza
    forse è la ragazza di qualcuno
    ma non tua
    e quel qualcuno
    in questo momento
    la sta fotografando forse
    o peggio
    le sta scrivendo una poesia d’amore
    speriamo di no
    e comunque
    se le sta scrivendo una poesia d’amore
    sarà sicuramente
    una poesia d’amore bruttissima
    e in ogni caso
    rileggere una poesia d’amore
    che hai scritto
    per la ragazza che amavi
    è come fare un viaggio nel tempo
    indietro
    può essere un bel viaggio
    un bel viaggio di nostalgia
    e di malinconia
    a meno che tu
    attenzione
    non la ami ancora
    se la ami ancora no
    se la ami ancora
    in tutta onestà
    è un’esperienza di merda.

  • Adelaide

    Adelaide, figuratevi
    credeva nell’amicizia tra uomo e donna
    ci credeva davvero.
    Quando tentai di darle un bacio
    Adelaide lo schivò con destrezza e mi disse no
    no?
    no
    ma, no no?
    sì, no no.
    Adelaide, siccome per me il no è sacro, non insistei.
    Le dissi, peccato però.
    Scriveva piccole bellissime poesie, Adelaide
    e non le mostrava a nessuno.
    Quando le dissi, mostrale
    mi chiese, e perché mai dovrei?
    Non avevo una risposta.
    Adelaide stava bene coi capelli corti
    mangiava tanto e non ingrassava.
    Come fai? le chiesi.
    Brucio.
    Adelaide non guardava i film di paura
    perché le facevano paura.
    E poi non dormo, diceva.
    L’avrei volentieri accompagnata prima, durante e dopo
    ma non ci fu modo.
    Forse non fui capace.
    Adelaide mi diceva sempre, io e te saremmo meravigliosi amici.
    Io sorridevo e le dicevo, appena mi scende questa voglia di baciarti.
    Adelaide, figuratevi
    credeva nell’amicizia tra uomo e donna
    e ci credeva davvero.

  • La straniera arrivata dalle nubi

    Mi piaceva il nome Adelaide
    le avrebbe donato.
    Non parlava la mia lingua
    né io la sua.
    Arrivava dalle nubi.
    Non parlava la mia lingua ma
    giocammo assieme.
    Conoscevamo il gioco e ci piaceva.
    Non avevo molto da insegnarle
    ma la consumai di sguardi.
    Se ne accorse
    e credo le piacesse.
    Lei mi insegnò che non c’è bisogno
    di dire tutto e subito.
    Mi insegnò ad ammettere la tristezza.
    D’altra parte arrivava dalle nubi.
    Qualcosa non quadra in questa storia.
    Ma ho bevuto, è notte
    e non ho davvero idea di come si chiamasse.

  • Francesca

    Fumava molto
    glielo feci notare
    e lei mi azzittì con un sono in piena sindrome premestruale è ferragosto e quello stronzo mi ha appena mollata, secondo te cosa dovrei fare?
    Poi se ne accese una.

    Dove diavolo son finite le zanzare?
    chiesi, più a me stesso che a lei.
    Sterminate, le hanno sterminate.

    Aveva un vestito che le donava
    e con il quale
    avrebbe potuto camminarci di notte su una statale
    senza pericolo di essere investita.

    Perché io e te non abbiamo mai scopato?
    Le chiesi.
    Hai voglia di scoparmi?
    No.
    Neanche io, ecco perché.

    Era una sera di mezza estate
    il fiume era verde
    il cielo nero
    tutto sommato stavamo bene
    e i suoi capelli avevano un colore davvero assurdo.

  • Domenica, 14 di agosto

    Domenica, 14 di agosto
    madre di tutte le domeniche di merda
    non riuscirai ad avermi che intanto già m’hai.
    Che intanto le cerbiatte del salto triplo
    mi lasciano a bocca aperta di meraviglia
    che intanto la città è così bella e vuota
    senza le persone
    che intanto ascolto la nostra canzone
    che intanto nascono come i funghi
    nuovi poeti senza bisogno di pioggia
    di sottobosco umido e penombra
    che intanto gli stabilimenti balneari
    sfiorano il sold out
    un modo come un altro
    per andare
    a farsi comandare.

    Domenica, 14 di agosto
    madre di tutte le domeniche di merda
    sorella di Madama Solitudine
    intima amica della Signorina Noia
    che dirti se non
    che t’aspetto bramoso
    anno dopo anno dopo anno
    e fin che tu sei
    vuol dire che io sono
    e quand’anche arrivasse la fine
    sarà lieta
    o forse no
    il che è lo stesso.

  • Noi che giochiamo

    Facciamo a testa o croce
    facciamo
    che
    se viene testa
    vuol dire che basta
    ci lasciamo e ti amo no scusa
    scusa davvero
    se viene croce ci lasciamo
    sì se viene croce la finiamo
    ma ti amo ma non scherziamo
    facciamo
    che non ci sta croce
    né testa che tenga
    diciamo
    la verità
    tutta la verità
    tutt’altro che la verità
    minchia se sei bella
    smettiamo
    subito adesso
    questo gioco al massacro
    noi che giochiamo
    al gioco più antico del mondo
    noi che giochiamo al girotondo
    giochiamo al nascondino
    io
    adesso chiuderò gli occhi
    tu
    conterai fino a mille
    e se
    e sottolineo se
    quando li riapro
    sarai ancora qui
    davanti a me
    ti porterò in gita
    mi porterai a ballare
    ci porteremo il più lontano possibile
    da questa piccola strana confusa guerra.