non riesco a scrivere di notte
è un peccato ché ste notti
mi sveglio spesso
e non riesco a riaddormirmi
mi alzo
piscio
apro il frigo
vuoto
lo chiudo
guardo il letto
vuoto
non si sa mai
metto la musica
bassa
mi corico
guardo il soffitto
lo so a memoria il soffitto
cerco di leggere
non riesco a leggere di notte
è un peccato
provo a contare le pecore
dice che serve
non ci riesco
io di notte non riesco
né a leggere
né a scrivere
né a far di conto
mi rialzo
guardo nell’armadio
non si sa mai
vuoto
spengo la musica
mi ricorico
tento una sega
fatica inutile
rimane morbido
entra la morte
mi guarda silenziosa
seria
chiedo:
“è il mio turno?”
mi sorride
mi batte un cinque
dice:
“dai scherzavo, torno un’altra volta”
esce
sotto
in strada
iniziano i tram
sopra
nel cielo
inizia il giorno
la mia solitudine
è una tigre ammaestrata
siamo amici fin da piccini
ci vogliamo bene
giochiamo come bambini
può staccarmi la testa con un morso
in qualsiasi momento
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