eravamo io, Dio, Gesù e lo Spirito Santo
si giocava a scopa
io facevo coppia con lo Spirito Santo
che per l’occasione si era rivelato in forma di Reed Richards
più conosciuto come Mister Fantastic dei Fantastici 4
Dio e Gesù ci stavano facendo il mazzo
era un massacro
soprattutto perché io non ho mai capito
il discorso dello spariglio
poi, senza il dono della memoria
a scopa, non vai da nessuna parte
si giocava a soldi
e dopo tre ore io e Reed eravamo sotto di quasi cinquemila euro
Reed mi odiava
era tutta colpa mia
mi lanciava occhiate di morte
e poi c’era il fatto che
per allentare la tensione
continuavo a bere il vino che Gesù
transustanziava dal suo sangue
che era roba forte
gli altri quasi non bevevano
io giù, un bicchiere dietro all’altro
uno dietro all’altro
capivo più una sega
non sapevo come uscirne
c’era un silenzio della madonna
io ero abituato che quando si giocava
si scherzava, si sparavano minchiate
invece no
silenziosissimi
solo Dio, quando faceva scopa
tirava degl’urli pazzeschi
“SCOPA!” urlava, e scaraventava la carta sulla carta
con una violenza da far paura
che tremava tutto il tavolo
sentii le campane della chiesa vicina battere le due
dissi: “scusate devo andare alla toilette”
“fai in fretta”, disse Dio
posai le carte
andai al cesso
mi chiusi dentro
vidi la finestrella, in alto
come nei film, pensai
salii sul water
si apriva
minchia mi dissi, minchia fai che ce la faccio
che poi fai a chi, pensavo
che son quei momenti che uno pensa velocissimamente
è impressionante quanto puoi pensare veloce in quei momenti
pensavo, fai a chi?
a Dio?
che Dio è di là in salotto
pazzesco, pensavo
Dio è di là in salotto e io son qui che tento di scappare
dalla finestra del cesso
m’issai
mi sdrumai tutto il ventre
eravamo al piano terra
passavo
caddi in avanti
sul marciapiede
parando la caduta coi bracci
m’alzai, pieno di dolore
corsi e corsi e corsi sotto i lampioni
finché i polmoni e lo stomaco
iniziarono a bruciare
m’appoggiai ad un muro
era agosto
era fresco
avevo male dappertutto
era notte
ripresi fiato
potevo tornarmene a casa, adesso
potevo tornarmene a casa e chiuderla lì
non mi avrebbero cercato
mi avrebbero lasciato perdere
ma decisi
decisi che no
decisi che no
decisi che finiva in un altro modo
tornai sui miei passi
a passi veloci
bussai
aprì Reed
“Cosa cazzo? Cosa ci fai lì fuori? Dove minchia sei finito?”
gli diedi una spinta
entrai
gli altri due erano seduti al tavolo
mi guardavano stupiti
“sapete cosa vi dico?” gli dico
“no” fa Dio “non lo sappiamo”
“ah non lo sapete?” dico io
“no” fa Gesù “non lo sappiamo”
intanto per la precisione descrittiva della scena
Reed “Spirito Santo” Richards si era riseduto al suo posto
e sorseggiava cupo dal suo calice
“lo sapevo che non lo sapevate” gli dico guardandoli a turno “e sapete perché?”
“no, Guido, no” dice Dio “pendiamo dalle tue labbra, Guido, ti prego di renderci partecipi del tuo pensiero, a questo punto, dato che la serata è irrimediabilmente andata in vacca, Guido, e, ci piacerebbe, – e credo di parlare anche a nome dei miei soci – ci piacerebbe che ci spiegassi cosa sta succedendo, Guido”
feci un respiro
feci un grande respiro
feci un respiro enorme
dissi:
voi tre
voi tre
voi che
vi credete di essere
voi
tu, tu e tu
tu
tu e tu
non vi siete accorti
della mia
profondissima
infelicità
e dunque io vi disconosco
perché mi siete inutili
non siete riusciti a far nulla per me
mentre io per voi ho fatto
ed ora mi sento asciutto
secco
stanco
ho sonno
e me ne vado a letto
e i soldi, scordatevi che ve li dò
“AMEN!”
urlarono tutti e tre all’unisono
“amen” risposi
girai i tacchi
uscii
presi la strada verso casa
gli uccelletti si stavan risvegliando
ed era l’alba
ero leggero ora
in quel momento avrei dato un occhio per uno yogurt
ma aspettai di rincasare
e lo assunsi
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